martedì 15 maggio 2012

Sensazioni della prima 週

- "Le cronache di Nipponia" -
            settimo giorno
        (giovedì 19 aprile)

Stare qui sta diventando strano. Mi riempie la testa di cose, poi me la svuota e poi me la riempie di nuovo. E' come se tutto quello che c'è stato, dalla più lontana e piccola delle cose, stesse ritornando vivacemente a ricordarmi d'esserci stata e si confondesse con quello che c'è e/o ci sarà in uno spazio atemporale e illocato. Fumerei una canna, se potesse aiutare, ma qui non solo è illegale, ti sbattono fuori dal Paese. Non sto fumando nemmeno sigarette, visto che gli uomini fumano tutti ma come donna ci sono solo io qui a fumare, ma non vedo l'ora di comprare le sigarette rosa!!! Quanta nipponitudine. Ho abilmente sviato i racconti del mio percorso interiore perché credo non freghi a nessuno, ma ci tornerò, temete pure.

Ho un nuovo amico! Si chiama Toma ed ha 5 anni. Abita accanto a me e passa i suoi giorni al centro ed in un solo giorno siamo diventati migliori amici. L'avevo giò notato al centro, ma l'altra volta ho iniziato a giocare con lui e me ne sono pazzamente innamorata. Fingevo di non riuscire a saltare su un divanetto e lui faceva diecimila prove per farmi imparare a saltare, dicendomi che lui era bravo perché gliel'aveva insegnato suo padre, più forte di Son Goku. Quando sono riuscita anch'io era tutto contento, mi diceva "ce l'hai fatta, ce l'hai fatta". Credo di averlo conquistato facendo la lotta quando ho tirato fuori l'onda energetica. Poi dovevo andare a cenare prima che la mensa chiudesse e lui è venuto con me, ha fatto un po' di storie perché non voleva lavare le mani ma quando io le ho lavate le ha lavate anche lui. Alla fine gli hanno dato un pezzo d'ananas e quando gli ho detto che era l'ultimo mi ha detto "no mangialo tu! Io l'ho già mangiato, mangialo tu!". Allora l'ho fatto in tre pezzi e lui mi ha detto "ma siamo due persone! Due mangiali tu!". Siamo tornati a giocare al centro e abbiamo contato insieme fino a cento vedendo chi fosse più veloce. Ha vinto lui. Alla fine doveva andare via e mi diceva "vado a casa a vedere se è arrivata mamma, se non è arrivata ritorno, aspettami qui" e andava e veniva da casa. E' dolcissimo. Ieri l'ho incontrato mentre passavo davanti alle scale di casa nostra, lui stava tornando, quando mi ha visto mi ha fatto un sorriso immenso! E' salito con la madre e poi è subito risceso con un giochino in mano, ma quando ha visto che anche io tornavo a casa ha detto "torno a casa anche io!". Era sceso apposta per giocare con me!!! Non è un amore? Mi ha reso felice. Cose come queste fanno di un posto una casa. Le persone che ti sorridono, quelle che ti aspettano, quelle per cui la tua presenza è data e non nuova, quelle persone, quei sorrisi, fanno casa. Fanno stare bene. Io amo di cuore di questo posto.

Quando il mio amico Boss mi vede mi viene sempre vicino, gioca con me, a volte mi segue, mi fa carezze sui capelli o gioca col mio piercing. Questo non è fantastico? Anche perché, come l'altra volta, in Giappone mi sento brutta. Per meglio dire, inadeguata. Sarà la stratosferica abitudine dei giapponesi a non avventarsi come piovre su tutto ciò che si muove, ma non vedo teste che si girano. Sono abituati alle straniere e forse nemmeno piacciono loro. Fatto sta che devo uscire di più o non mi troverò mai un fidanzato giapponese. E magari dovrebbe anche fare caldo così potrei togliere il cappotto. Leggo dai vostri (un po' monotoni devo dire) stati che piove, piove e ripiove. Qui fa peggio. Fa caldo, fa freddo, piove, si sta bene, tira vento, ci si scioglie. Spero si stabilizzi presto.
Anche la mia stanza sta nettamente migliorando. Ammetto che sto barando sul futon, visto che dormo su due futon uno sull'altro per evitare di continuare a coprirmi di lividi. Accanto al mio cuscino avrete notato None-chan sul suo cuscino che dorme beatamente. E' proprio il mio gatto. Sto rubando il possibile per arricchire il mio arredamento e sono abbastanza soddisfatta. Tutto va come deve andare. Ogni tanto mi sento un po' hitoribocchi per tutto questo flusso di coscienza che mi attraversa nel silenzio. Il silenzio porta ondate di coscienza, sempre. Ma le lascerò fluire, questa volta, finché non dominerò il silenzio e lo renderò mio alleato nella corsa alla verità.

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