mercoledì 10 giugno 2015

Di Salvini e salvati


Parlando di tutto quello che realmente mi succede in questo paese di pura e reale fantasia ero fermamente convinta che avrei parlato a breve della ricerca di un nuovo lavoro, annessi e connessi (cosa che comunque a breve faro`). Ma si sa che la vita ci stupisce e direziona come piu` le pare, quidi cosa volete che vi dica, ecco la mia nota sulla lontananza, la vita e la morte. E su mia nonna che era una donna d`altri tempi, di quelli veri. Di guerre e figli da crescere da soli. Di quelle che fanno quel tiramisu`..

Tra le notizie a cui piu` non so rinunciare dall`Italia sicuramente ci sono gli scandali e i dibattiti politici. Riassumendo gli ultimi periodi, Expo, Mafia Capitale, Immigrazione e Salvini. Tralasciando Expo e Mafia Capitale, che pur essendo due argomenti figli della stessa grande categoria `corruzione e incompetenza` cui spero di non appartenere mai ho lasciato in patria a macerare prima che io possa fare veramente qualcosa, mi urta e necessita le mie parole il concetto di Immigrazione e al di la` di tutto il concetto abominevole di Lega Nord, nello specifico di Salvini.

Da anni deriso per la sua folklorica inettitudine, il movimento della Lega Nord recentemente sopravvisuto ad una miriade di scandali su sprechi di denaro pubblico, tesori e tesoretti cerca nuovo vigore nell`antico quanto abusato rito dell`estirpazione del male: l`Immigrato.

Quello che Salvini non capisce e` che ogni immigrato, per diventare tale, parte emigrante e vive la duplice condizione di immigrato ed emigrante per tutta la vita.

Alessandra immigrata ad esempio parte migrante per scelta e realizza il sogno di vivere in Giappone. Non lo fa utilizzando tutte le proprie competenze acquisite col duro lavoro, ottenendo il massimo dei voti e variegando le proprie esperienze extra-curriculari, laureandosi con un anno d`anticipo ed una tesi di laurea scritta all`Universita` di Amsterdam come ricercatore ospite grazie ad una borsa di studio, no no. Alessandra l`immigrata per poter evitare la clandestinita` che tanto ripugna il giovane Matteo prepara caffe` e pulisce cessi, vendendo macchine Fiat nel frattempo, ma sempre caffe` e cessi che non facevano parte del proprio planning di avviamento professionale all`estero. Ma lo fa per due motivi: principalmente, non gestisce ad un livello adeguato il sistema linguistico del loco e piuttosto che entrare in un`azienda internazionale a fare caffe` e fotocopie in inglese senza integrarsi propriamente preferisce partire dal basso e capire di quale cultura si sia relmente invaghita; in secondo luogo, vuole scommettere su se stessa e visto che gli unici lavori svolti finora sono stati part time nella consulenza o nelle vendite vuole provare a se stessa di poter lavorare faticosamente per 13 ore e gestire ancora una vita sociale e privata.

E ce la fa. Perche` usa la testa e tutto cio` che ha imparato fino a quel momento. Perche` ricorda tutto cio` che i suoi genitori le hanno insegnato e imparando dalla nuova cultura vi inserisce la propria per combatterne le brutture e avere una proficienza maggiore. Lo fa e combatte tutto i giorni contro il conservatorismo, la diffidenza, le difficolta` comunicative a piu` di un livello e gli stenti economici. Fa delle scelte e lo fa per degli obiettivi importanti.

Da immigrata, Alessandra, soffre. Ha 24 anni.

Trascorsi 3 anni di tribolazioni eppure di successi, Alessandra e` soddisfatta. Spesso le dicono che e` piu` giapponese di alcuni giapponesi, riesce perfettamente a comunicare ed ha una discreta cerchia di conoscenze, sia private che professionali. Annovera tra le sue delicate esperienze il lavoro per piu` di 30 ore consecutive senza dormire ne` mangiare e si ritrova ad aver lavorato per 13 mesi nel primo anno (provare per credere). Ma e` soddisfatta. Ha una posizione rispettabile nel marketing, un bell`appartamento in affitto, il suo parucchiere, il suo supermercato, il suo prossimo tatuatore ed un ex-fidanzato. Ha un curriculum di tutto rispetto e un paio di interviste da expat per la Rai. Alessandra e` nel momento giusto per fare il prossimo passo. Trovare il lavoro giusto in cui non venire vessata, sfruttata e sottopagata ma dimostrare chi sia ora che e` in pari con gli altri, anzi, con qualcosina in piu`. Che 4 sistemi linguistici fluentemente parlati e 2 da riprendere ma di cui ci sono le basi non si buttano via.

Alessandra ha 27 anni e sta cercando un nuovo lavoro. Le offerte arrivano e alcune sono veramente succulente. Alessandra lascia il lavoro e si gode un mese di vacanze pagate. Si dedica allo sport per perdere l`ingiusto peso accumulato e nel frattempo si dedica ai colloqui, allo studio ed alla cura della casa. Ha una scadenza ed intende mantenerla per non pesare sulla sua famiglia.

Ma nonna muore. E Alessandra non puo` andare a trovarla. Non puo` partecipare al funerale. Non ha potuto vederla un`ultima volta. Non puo` stare vicino al padre e la famiglia tutta che ama piu` di se stessa. Non puo` niente, e` sola, nessuno la supporta. Se anche dicessimo `amici`, nessuno ha una carezza da posare sulla sua testa. Alessandra piange e si sente inutile e impotente. Ma non puo` fare altro che resistere perche` DEVE portare a termine la sua missione, deve realizzare cio` che si era prefissa per dare un senso a questa lontananza e questo dolore. Anche se venissi...le dicono. E hanno ragione. Alessandra si sente inutile.

A 27 anni, Alessandra diventa un`emigrata. Alessandra soffre.

Quello che Salvini non sa e` che l`immigrazione e` l`altra faccia dell`emigrazione. Non vai solo in un territorio che non ti appartiene, ne lasci uno tuo dove vivono persone che ami. E molte volte sai che ti perderai il meglio delle loro vite.

Alessandra e` fortunata ad essere partita su un aereo con i biscotti in valigia, non su un gommone con la sola acqua di mare. Era maggiorenne e felice, non un neonato, non una donna incinta spaventata. Eppure, fa male.

La vita felice dell`immigrato ha sempre un retrogusto amaro, non c`e` bisogno che tu gli faccia ingoiare fiele solo perche` e` andato via da casa sua per venire nella tua.

Soprattutto quando va a coltivarti gli ortaggi in Sicilia e i datori di lavoro le violentano o ne violentano le mogli con la coercizione del ricatto `ti tolgo il lavoro, ti tolgo la speranza`. Soprattutto quando rinunciano a fare gli architetti e gli avvocati, cosa per cui hanno studiato senza comprare lauree in Albania, e si mettono a lavare i vetri ai semafori o aprono un minimarket di frutta e verdura aperto anche di notte, i piu` fortunati.

Solo chi non sa cosa sono il lavoro e la fatica, che pure non sono la stessa cosa, puo` parlare come te, immondizia con la felpa.

Percio` si` siamo lontani e perdiamo chi amiamo e mentre siamo salvi, noi, e felici di quello che abbiamo, meriteremmo un po` di rispetto per aver provato, per non aver scelto la malvivenza o, nel mio caso, la poltrona di mamma e papa`. Che comunque, nel mio caso, da genitori seri non mi avrebbero mai permesso di occupare troppo a lungo.

Perche` a casa mia il lavoro e` ancora un valore.

Grazie Nonna. Di aver accudito mio padre come un uomo bambino e di essere stata il mio punto di riferimento. Quando ti ho visto l`ultima volta sono scoppiata a piangere e tu mi hai stretto la testa al petto e ti sei commossa. Ma poi hai subito sdrammatizzato, perche` SEI una donna forte.

Chi non conosce l`amore non lo sa quanto bisogna amare per lasciare andar via e aspettare. Tu lo sapevi. E noi pure.

Ti voglio bene, anche da qui. Sempre vicine. Ora ti potrai mettere quel vestito rosso che dicevi di avere quando ti prendevo in giro e potremo andare a ballare, magari in sogno o quando il ricordo ci avvicina il cuore.


Buonanotte nonna. Grazie di avermi dato papa`.  

E un po` anche me.