venerdì 28 dicembre 2012

Nipponia onirica


Penso di aver scritto nella mia mente un’infinità di cronache di Nipponia in questi mesi, ma ero troppo impegnata a viverle per trascriverle e riviverle. Nel frattempo la mia vita ha subito una rivoluzione di 360°che mi ha portato al punto di prima ma risvoltata e le cronache stesse hanno continuato a cambiare. Ora sono osservazioni, critiche, discussioni linguistiche, stupidate, momenti, persone, opacità sociali. Ho intenzione di ricominciare dopo quel breve preludio, considerato che fino alla fine del 2013 ne avrò tutto il tempo. Mi piacerebbe che qualcuno mi facesse domande, mi piacerebbe rispondere, mi piacerebbe poter dire al Giappone in italiano cos’è il Giappone. Per un giapponese e per un italiano. Anche perché quando parlo non mi ascoltano davvero, sono troppo permalosi. Forse la parola scritta come ferita perenne può essere guardata e rivista e scossa e portare ad un piacere sconosciuto. E’ la scrittura, una delle poche cose che mi piace davvero fare, dopo la lettura e i baci. Perciò comincerò presto, partendo da tutto ciò che è successo. Piano e con dovizia di particolari insignificanti.

E’ una minaccia.