lunedì 23 settembre 2013

Welcome to Asakusa..pillola rossa?

E fu cosi`, una settimana or sono, che mi trasferii ad Asakusa. Fatti armi e bagagli, caricate un paio di macchine, dopo l`immenso viaggio nel sobborgo di Burocratilia (di cui una nota verra`), approdai nel regno del tradizional-futuristico. 

Perche` Asakusa non e` una citta` nella citta`, ne` un microcosmo..Asakusa e` un universo parallelo! 

Personalmente, amando molto il Sensouji, ci sono stata almeno 6 o 7 volte, eppure mi rendo conto di non averla mai vista davvero. Dopo 2 Sanja Matsuri (di cui uno trascorso come comitato portatori del Mikoshi, due tonnellate di soddisfazione e un livido grosso quanto un`intera parmigiana di melanzane) e infiniti tour per avventori della capitale dell`est non mi ero mai, dico mai, accorta che solo girando la testa verso l`altro lato rispetto al Kaminari mon si erge imponente sull`Azumabashi il Tokyo Skytree. E sotto, meraviglioso, il Sumida. Non potevo credere, fino al mese scorso, di non aver mai visto il Sumida. Un fiume che mi sta innamorando con malizia sottile e che seppur non potra` mai cancellare da me il ricordo meticoloso del mio Edo si sta scavando giorno dopo giorno numerosi affluenti attraverso i miei capillari. 

Andando con ordine, la stazione. Che sia di Ginza o d`Asakusa, usciti dalla metro le possibilita` sono due. Una e` quella di dirigersi verso l`Azumabashi, sotto lo Skytree, e rimirare col fiato sospeso le cruisade lente sul fiume e quell`immenso appallottolamento dorato che voleva essere, per l`Asahi che l`ha commissionato, una soffice e gustosa spumetta al luppolo, e che per tutti, nipponesi compresi, e` una cacchetta dorata. Ma non perche` sia brutta, no no, perche` e` esattamente a forma di una cacchetta dorata. Comunque, non intacca la magia dl Sumida, che arrivato il tramonto sa tingersi di tante di quelle sfumature di rosso da far invidia alla tavolozza del botticelli. E mi dicono che dall`altro lato del fiume, che scorre esattamente sotto casa mia, ai limiti del Sumida koen, cio` che si allinea con garbo e` una fila di alberi di ciliegio, il che puo` garantire alla mia indaffarata vita d`affarista quel tanto di romanticismo che le serve a rimanere intatta. 



Alternativa piu` comune, andare al Kaminari mon, passando sotto i portici della Kaminari mon dori, alla cui estremita`, di fronte al Burgerking, fanno un gelato fantastico, mentre di fronte c`e` il celeberrimo Kamiya Bar, che io ricordo bene dal mio primo Sanja matsuri. Tralasciando i dettagli, se tutti conoscono la via di bancarelle infinite che collegano il Kaminari mon al Sensoji, non molti seguono le vie laterali, e parallele, e antistanti, e retrostanti, e insomma ovunque, perche` cio` che ho capito e` che Asakusa e` un enorme, immenso, colossale mercato all`aperto dai prezzi tanti ridicoli nelle vie secondarie quanto alti in quella principale piena di turisti in ogni giorno ed ogni ora della settimana. Mai, mai, sono andata al Kaminari mon negli anni e non ci ho trovato qualche turista di qualsivoglia etnia. Una cosa impressionante. 

Ancora, non molti sanno che proprio dietro al grande complesso templare del Sensoji, sulla sinistra, si trova l`Hanayashiki, proprio sull`Hanayashiki dori, ovvero un parco giochi abbastanza grande proprio dentro al complesso, sotto il quale ancora si aprono bancarelle stile matsuri e si trova un locale che per 2.500 yen ti fa mettere il kimono e per altri 2.000 ti fa partecipare alla cerimonia del te`. 4.500 e partecipi in kimono, insomma. E ancora gallerie e gallerie dei negozietti piu` vari, in particolare mise da matsuri, stoffe d`ogni tipo, regali e regalini, borse, borselli e borsette, cibo, cibo, cibo ma soprattutto SCARPE, ombrelli, borse e SCARPE in ogni dove. Oserei correggermi, scarpe e senbei! 

Asakusa e` la colossalita` della tradizione futurista, una proiezione modernista senza freni della tradizionalita` d.o.c. del luogo ove qualsiasi cosa che sia edoppoi puo` essere venduta e rivenduta e riproposta a oltranza ad ogni angolo della strada, a prezzi praticamente identici! Percio` se vi trovate al Kaminari mon vi prego, arrivati al Sensoji, non tornate indietro, ma infilatevi, infilatevi in ogni anfratto, ogni buco, ogni viuzza, perche` non crederete quanti prodotti, da padelle a scarpe, si possono vendere a 300 yen! 









Un valido modo per capire di cosa parlo e` lui, il mitico, insuperabile, incontrastabile, Panda Bus! Quando sotto casa mia ho visto la fermata mi sono chiesta se davvero esistesse, questo free shuttle Panda Bus che mi sapeva tanto di fregnaccia, e invece oggi, o me miscredente, oggi come un`apparizione mistica intravedo un autobus con la coda e all`ineguagliabile grido di [se e` free, mi freeondo!] ho potuto godere per ben una volta e mezzo del giretto che da sotto casa mia porta ad uno degli ingressi laterali del Sensoji, si infila nelle viuzze, arriva fino al parcheggio esterno del Sensoji, poi lo costeggia fino all`ingresso del parco giochi, passa davanti al Seiyu, svela negozi e negozetti necessari, riporta davanti al Kaminari mon, si allunga oltre l`Azumabashi fino ad una ridente cittadina prossima alla stazione del Tokyo Skytree, dove giunge, si ferma ancora e poi torna fino a casa mia. Tutto gratuito e a loop. Insomma, Panda Bus tutta la vita. 


 Asakusa e` unica. Un posto di commercianti ormai scoglionati anche di commerciare, dove se entra un cliente al di la` dei posti atti all`usuale commercio la gente si stupisce (cosa ci fa una gaijin residente!! non intorno al kaminari mon!!), dove tutto scorre immobile come il Sumida e l`evoluzione e` stata solo su come fare soldi, null`altro. Asakusa e` ancora il cuore della Tokyo che fu, non perche` i riscio` e i negozi di vestiti da matsuri e le stoffe e i pattern tradizionali siano ovunque, ma perche` Asakusa, secondo me, dal periodo Edo, non e` proprio cambiata di una virgola. Si e` solo riempita di tutti quei gaijin che durante il Sakoku Asakusa non l`avrebbero potuta vedere nemmeno col satellite (per ovvi e molteplici motivi). E dunque, s`e` modificata con una tradizionalita` di cui non avrebbe mai avuto bisogno se non per far soldi. Perche` cio` che e` davvero tradizionale non si dichiara tale. Semplicemente, e` cio` che nella sua concezione deve essere. 

Asakusa e` mobile, immobile e frammentata. Asakusa e` una e morbida e ho l`impressione che assorba chi decide di entrarci in contatto. In una sola settimana anch`io ormai ho ceduto ogni freno e sento che presto saro` una piena Asakusina, nella mia bella casa che gia` si riempie di utensili, pesci e piante. Sento che qui e` e sara` la mia vita, il mio inizio. E se non mi danno il rinnovo del visto io ci torno lo stesso. Perche` non l`ho scelta io. E` lei che ha scelto me.