lunedì 10 settembre 2012

まだ夏 - Le cose non 'friniscono' così

Settembre
pacificamente il 10

Seduta sul letto intorno alle cinque di pomeriggio. Il condizionatore mi permette di non condividere con le cicale che il loro frinire alla greca. Non sono mai stata in Grecia, in realtà, ma è così che d'estate mi immagino il frinire delle cicale. Forse perché sono stata in Calabria per tanti anni. O sarà proprio casa mia tante estati fa. Sarà l'infanzia.

Seduta sul letto intorno alle cinque, io, il pc, due libri e un cellulare. Tutto giapponese, tranne me e il pc. Nello stomaco due onigiri tsuna-mayo, negli occhi le vie di Setagaya, il passaggio a livello, i kombini tra le villette, la mia stanza tutta in legno e modernità, ampia, pulita, fresca (grazie, deumidificatore - condizionatore), gli slanci di Uno-chan e Bebe-chan, quest'ultimo detto l'illuso, giacché convinto fermamente di essere un gatto laddove appartiene ovviamente e inconfutabilmente alla famiglia delle solanaceae. Come sono solita ripetergli: è una patata.

Seduta sul letto intorno alle cinque di un pomeriggio caldo e piacevole. I panni sono stesi ad asciugare accanto a me, la lavatrice finisce di lavare i bianchi in quel suo modo strano. I miagolii di quei poveri due esploratori che non possono entrare assolutamente nella mia stanza, zettai dame desu ne. L'attesa della mail dello shachou che mi dica "sì, vieni questo giorno per parlare del lavoro e del visto", il ricordo delle dolcissime mail di un teso e ansioso Hiro, trepidante e solare, finalmente. La voglia di restare in casa senza paura, ché Shibuya è a quattro fermate. Il frigorifero pieno in una casa con tutti i comfort e il bagno, la mia stanza preferita.

Non so quanto siate esperti di bagni alla giapponese, ma potrei dirvi qualcosa io, alle morbide cinque di pomeriggio. Qui la toilette, con il solo water e ciabatte apposite con le quali si entra solo in quella stanza impura, è separata dal 'bagno' vero e proprio. In bagno c'è una stanza nella stanza. Nella stanza 'contenitrice'   c'è il lavabo, armadietti, la lavatrice. La stanza contenuta è la vera e propria doccia. Con la vasca. Perciò, riempita la vasca, ognuno fa la doccia, si lava per bene, si ripulisce e poi si infila nella vasca in cui anche gli altri componenti della famiglia potranno fare il bagno poi, fatta a loro volta la doccia. Generalmente tutti fanno la doccia e solo occasionalmente il bagno.  E non c'è cosa più bella che fare la doccia in un'intera stanza, guardando le stelle dalla finestra aperta o il cielo azzurro della mattina piena. Questi, ovviamente, i privilegi della casa meravigliosa in cui vivo. Bacio a terra e ringrazio ancora una volta. L'eleganza, la bellezza, la tradizione, la modernità. Sto vivendo in un bozzolo di Giappone privilegiato. Sono felice come più non potrei essere, al centro del cuore di Tokyo.

E il treno che passa, spesso e piano. Ciu-ciuf, ciu-ciuf. Mi culla sui suoi binari semplici e cadenzati. E aspetto il futuro tenendolo stretto al petto tra le braccia serene.

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